COME
STERMINARE LA PROPRIA FAMIGLIA NELLA SERA DI NATALE E PARTIRE SERENI
PER LE BAHAMAS
parte
nona
Alle
dieci e trenta di sera, con il trucco ormai dileguato (ma perché
truccarmi se poi passo il tempo dietro una mini-scrivania e uno
schermo PC?), le gambe con la circolazione da traffico in
tangenziale, una fame che avrei sbranato un mega panozzo extralarge,
varco la soglia di casa.
Nei
miei sogni che superano ogni umana comprensione, ad attendermi ci
sarebbe stato un bel modello da copertina, muscoloso quanto basta,
camicia bianca aperta completamente per mostrare quanto la natura sia
stata benevola con lui, sorriso malizioso, braccialetto al polso
destro, profumo di pelle maschia e di ormoni a mille, infine la sua
mano lunga, snella, calda che mi accompagna sul divano. Mi toglie le
scarpe incurante del lieve odore di sudore, comincia a massaggiarmi i
piedi, li bacia, li mordicchia, poi sale verso i polpacci e ancora
più su e poi...
E
poi maledizione a me! Mi ritrovo sì un uomo davanti ma è mio nonno
in pigiama da olocausto, che pensando di essere in bagno tira fuori
una raschiata a terra e mi chiede sereno:
-Non ti sembra un po' tardi
per tornare?-
Poso
la giacca su una sedia perché come al solito l'attaccapanni è già
stracolmo e gli rispondo senza far trapelare la seccatura: -Sono
stata al lavoro, nonno.-
-Ai
miei tempi le donne a quest'ora stavano a casa e...-
mentre
continua in solitaria il suo ben noto predicozzo sulla donna a casa e
l'uomo al lavoro, prendo dello scottex in cucina per assorbire il
malfatto del caro parente.
-Non
dovresti essere a letto?-
-Non
ho sonno.-
-Dovresti
dormire di meno di giorno.-
-Io
dormo quando e quanto mi pare, sono vecchio, questa è la libertà
che mi è rimasta. Ti va di fare una partita a carte?-
-Sono
stanca.-
Lo
guardo. Ha gli occhi azzurri ancora bellissimi, circondati da una
serie maledetta di rughe, come se qualcuno si fosse divertito a
segnare segmenti ovunque. Penso che la vita sia ingiusta: ci fa
assaporare la beltà della giovinezza, per poi trasformarci
lentamente in un foglio stropicciato.
Nelle
foto da giovane il nonno era un bel tipo. Non bello, ma molto “uomo”.
Difficile incontrare uno sguardo così al giorno d'oggi. Era lo
sguardo di chi sa cosa vuole, di chi sa assumersi le proprie
responsabilità e sa impartire ordini con naturalezza. Ma sono
passati decenni e adesso è lo sguardo di un uomo che sa di essere
quasi al capolinea, che la sera non ha sonno perché durante il
giorno la noia ha sostituito lo stress.
Che
sarà una partita? Penso.
-Ok,
dai una sola però perché domattina ho da fare.-
-Cosa
hai da fare che è la Vigilia e sono anni che fa tutto tua madre!-
Sdengh!
Ormai
lo conosco, lui è così. Gli sorrido e insieme ci sediamo al nostro
tavolo da gioco.
Senza
accorgermene si fanno le due. Abbiamo parlato di tante cose tra una
partita e l'altra, un caffè e un amaro. Mi sono giocata pure venti euro e li ho persi!
E'
riuscito a parlare male di ogni singolo parente celebrando invece se
stesso e i suoi successi nella vita, compresi quelli immeritati.
Lo
ascolto volentieri anche quando mi da della zitella senza speranza.
(single proprio non riesce a dirlo). Un tempo era così. Se una
persona aveva autorevolezza in famiglia, poteva dire ciò che voleva
ed essere rispettata nel bene e nel male.
Resto
affascinata dalla sua figura forte, dalla sua voglia di essere vivo,
di contare sempre e comunque.
-Aurelia
tu non sarai particolarmente intelligente, ma sei caruccia e sei
sempre una femmina, un uomo lo devi trovare, tanto agli uomini
l'intelligenza non è mai interessata!- mi sorride.
-Scegline
uno con un buon posto, per bene, educato, non fare quella pignola,
che rimani da sola!-
Non
sapevo se mettermi a piangere o ridere. Volevo dirgli che il mercato
degli uomini era terminato con la fine della schiavitù negli Stati
Uniti un bel po' di anni addietro, invece tacqui incassando il colpo.
Aveva
ragione in fondo. Se ai suoi tempi ci si sposava per metter su
famiglia senza badare ai sentimenti ma si restava uniti e ci si
rispettava fino alla famosa “morte non ci separi”, al giorno
d'oggi ci si sposa sempre per metter su famiglia ma badando a dei sentimenti
con data di scadenza.
Mi
chiedo a cosa serva innamorarsi, investire cuore e soldi in un
rapporto che nella maggior parte dei casi nel giro di un quinquennio
diventa brodo insipido?
Ha
ragione il nonno. Meglio trovarsi un brav'uomo tutto casa, lavoro e
famiglia, panzella da eccesso di carboidrati e alito pesantino. Il mutuo almeno è assicurato e così la vacanza al mare.
Peccato
che i miei ormoni siano contrari. Da anni infatti si sono organizzati
in un'associazione del tutto indipendente rispetto alla mia ratio.
(continua)
Sempre un piacere leggerti!
RispondiEliminaGrazie!!!
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