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Visualizzazione dei post da 2015
Il coraggio del vivere Cos'è il coraggio del vivere? Molti pensano che sia coraggioso scalare una montagna, andare in guerra e sparare, dormire al buio, affrontare un rivale palesemente più forte, ammettere i propri errori dinanzi a un giudizio critico. E' vero, questi tutti sono atti di coraggio. Tuttavia, io penso che talvolta sia un atto di coraggio anche il solo vivere. Quando non hai avuto le carte buone all'inizio e ti tocca mescolare di nuovo e tentare la sorte.
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A raffica Devo precedere il tempo, l'attimo in cui questo improvviso fuoco, lo so, si spegnerà d'un soffio, ma è la magia di questo momento, il sapere di averti trovato, che probabilmente, anzi sicuramente sei tu, ma forse non lo sei e io lo scoprirò presto e ho paura, ma ora non devo avere paura, devo solo pensare a quanto sarebbe bello se fosse vero, se tutto finora mi avesse condotto in parte a te. Ci accomuna tutto o molto, o quel tanto che basta, che il mio istinto magico, quasi, o quantistico, come preferisci, mi suggerì la prima volta che ti vidi. E poi l'energia immensa che mi hai trasmesso oggi, indescrivibile, non c'è stato contatto fisico alcuno, solo sguardi rapidi e io sono caduta prigioniera di questo sogno che forse durerà poche ore e poi scoprire chi sei e cosa fai , una sorpresa e una conferma che il mio istinto non si sbaglia mai. Ma il tempo passerà e io spaccherò il sogno, lo ridurrò a brandelli e ciò che non vorrei sapere forse saprò.  Io so
La pioggia cade come le parole della prof. Gli studenti sono presenti e assenti. I libri sono interessanti e inutili. Le aule sono piene e vuote. Le luci sono accecanti e deboli. L'aria è afosa e fredda. E' la generazione dei perdenti. Non si fanno domande, si accettano risposte. Le richieste sono ferme alla stazione del non serve. L'educazione alla tolleranza e all'uguaglianza, al rispetto e al dovere, sono fonemi che danzano nelle aule, rimbalzano, fanno eco  per poi svanire al suono della campanella. Nell'aula gli insegna ciò che è giusto, la prof, perchè la vita lo trasformi in un nonsenso. Nulla ha senso fuori dall'aula. E' la generazione del relativismo. Non ci sono schemi, non ci sono regole universali. Ogni parola della prof è confutabile dalle regole del tutto è inutile. La pioggia cade come le parole della prof, mentre gli studenti annegano nello tzunami dell'online. Sono impermeabili alle parole, ma annegano nei so
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Dalla mia raccolta, il racconto più breve. SENSO DI COLPA   L a trovai fuori al balcone seduta. Lo sguardo perso verso una calda notte partenopea. Il braccio sinistro disteso sulla ringhiera e su di esso si appoggiava a elle l'altro braccio. A ritmi lenti, ma intensi, sotto lo scollo della maglia blu scuro, si gonfiava il suo petto voluminoso e ancora piacente. Le gambe raccolte e incrociate sotto la sedia, scoperte dal ginocchio in giù, erano grosse e percorse da strade tortuose di vene varicose. La collana e gli orecchini vistosi, scintillavano al riflesso della luce della camera da pranzo. Le unghie delle mani, erano perfettamente curate e laccate di rosso.  - Mamma! - dissi con un filo di voce. Lei esitò a guardarmi. Capii, perché la conoscevo bene, che non aveva versato lacrime esterne, ma che aveva pianto a dirotto dentro di sé. Mosse le labbra come faceva lei per sistemarsi quella dentiera che ogni tanto si staccava. Mi guardò appena senza vedermi. Forse c
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Prime pagine del racconto: La Luna e il Sole tratto da "Racconti di Donne" di  Emilia Capasso LA LUNA E IL SOLE   A te   Mi sei apparso come un sole rovente  mentre mi gelavo nella mia tomba.  Mi hai riscaldato e sono rinata.  Tendo la mano tremante, ma sei irraggiungibile.  Come la luna e il sole siamo separati in eterno.  Per un attimo io ti vedo e mi deve bastare.  Soffro, perché anche questo è amore.  Amore è, desiderio insoddisfatto.  Dove sei stato fino a quel giorno io lo ignoro.  Di questa mia esistenza ignoro tutto.  E ora che in parte ne fai parte, sono felice di essere nata.   Verso il buio La Porche nera percorreva a velocità moderata le stradine tortuose che collegano Rio Maggiore a Lerici. Alla sua sinistra s’innalzava il ripido promontorio. Alla sua destra la vista precipitava sul Golfo di La Spezia, calmo, docile, piatto come una tavola spennellata. Era una splendida giornata di fine maggio. Il sole stava tramontando
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Teaching Insegnare. Trovarsi davanti decine di studenti che sono adulti o quasi adulti. Riuscire a dargli una speranza, riuscire a trasmettergli entusiasmo, quando si fa lezione in un'aula fredda, scardamente illuminata, senza le moderne tecnologie come una LIM o almeno un lettore CD. Quando hanno cambiato tanti insegnanti, quando ripetono la stessa grammatica dalle medie, quando il problema principale è l'acquisto dei libri o arrivare in orario perchè si abita lontano. E cercare di non essere ripetitiva, perchè la morale del' "L'inglese vi servirà per un lavoro", la sanno a memoria. E molti di loro, dovrebbero essere già nel mondo del lavoro da un bel pò. Sono alti, barbuti, hanno le loro idee e quel senso di noia che ogni buona scuola italiana sa ben trasmettere.  Mi aspetta una dura salita. Ma la cima la vedo.
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L'istante L'istante è una folata di vento. E' un pensiero pensato e dimenticato. Una parola non detta e poi custodita nel cuore. Un tendere la mano e vedersela rifiutare. In un istante si impara a respirare e in un istante si dimentica. In un istante si gioisce, in un istante si tocca il fondo. Il tempo e le ore non hanno senso, se non in una collezione  quasi impercettibile e metafisica di istanti. Non hai il tempo di sentirli, di immergerti nella loro potenza, che sono già spariti e ti chiedi se siano mai passati sul tuo cammino. Posso amare odiare credere bestemmiare cadere immaginare desiderare, tutto in un istante. Solo in esso sento di vivere, per questo a volte penso riavvolgendomi come un serpente su me stessa: al rischio di perdermi felicemente in una follia incomprensibile di istanti. E.Capasso 15 settembre 2015.
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Uno dei racconti della mia ultima raccolta: FIORI NEL DESERTO Un po' di tempo fa mi sono ritrovata nel deserto. Avevo camminato troppo, ignorando le raccomandazioni dei miei cari, e ancora una volta mi ero persa. Non appena scorsi quel mare rossastro, invece di indietreggiare ho proseguito, spinta da una forza interiore. Il sole mi picchiava in testa nonostante il copricapo in lino bianco e non avevo con me che una bottiglia d'acqua e una mela. Ciò nonostante avanzai tra le dune bollenti, con l'aria afosa e pesante che mi schiacciava le tempie. D'un tratto vidi qualcosa in lontananza, spuntare dalla sabbia. Mi avvicinai e capii che era un fiore. Rimasi senza fiato. Era il fiore più bello che avessi mai visto, con dei petali spessi e un profumo intenso e indefinibile. Come se non bastasse, il suo incanto si completava nel colore, poiché esso cambiava scivolando in sfumature sempre diverse. Così, appena lo vidi era bianco, di un candore accecante, poi d
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"Racconti di donne" è disponibile on line! per chi ha già letto qualche mio racconto e desidera leggerne altri, il mio libro è ora disponibile al seguente indirizzo:  http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/racconti-di-donne.html Buona lettura!
"E la vita la vita, è la vita l'è bela, l'è bela, basta avere un ombrela, un'ombrela, ti ripara la testa, sembra un giorno di festa" (Cochi e Renato 1975?) Pronto Soccorso di Chivasso. Odio andare al P.S, ma se sto male non ho scelta. In balìa di una forte emicrania da giorni e di un'improvvisa insostenibile fotofobia, mi ritrovo dopo il primo giorno, di scuola, nella saletta del Pronto Soccorso di Chivasso. Mi fanno accomodare all'interno per farmi stare più tranquilla data la mia situazione e lì attendo il mio turno. Dopo una prima visita e la conseguente TAC, che risulta negativa, per fortuna, mi ritrovo alle 4 del pomeriggio seduta accanto a un arzillo 85enne, che mi colpisce subito per gli occhi di un azzurro ancora intenso e la capigliatura canuta, molto curata, fila di lato con un codino dietro alla nuca. Gli chiedo come mai è lì e così comincia la nostra chiacchierata di circa due ore e mezza, intervallata solo da qualche prelievo o eventuale s
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N apule è mille culure.... Un carretto posto all'entrata di una famosissima pasticceria napoletana, "Leopoldo", antica e preziosa come le leccornìe che vende da decenni. Dolci e salati che possono essere imitati altrove, ma che qui acquistano un sapore diverso, tra i vicoletti del centro storico. Io sono nata a Fuorigrotta, ma ho vissuto nel quartiere san Lorenzo e ho studiato al quartiere Montecalvario (Corso Vittorio Emanuele). Insomma Napoli l'ho vissuta per intera dal quartiere più popolare a quelli signorili. E Napoli è infatti, una mescolanza di contraddizioni. Questo era il panorama che vedevo da scuola, liceo linguistico Antonio Serra sperimentale, che ogni giorno mi riempiva gli occhi e un pò mi toglieva la voglia di studiare.  Poi, quando tornavo a casa mi rituffavo nel caos e nella delinquenza, sognando, purtroppo, di andarmene via. Napoli potrebbe essere descritta nella contraddizione del mio ultimo viaggio: all'arrivo tentano d
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La notte.......... Invocata dagli amanti, adorata dai sognatori, la notte scende per abbracciarci e sussurrarci: dormite....shhhh! Il bimbo tra le braccia della sua mamma perde la sua materia e diventa nuvola. Gli amanti danzano su un letto e si trasformano in sfumature di blu oltremare. I lavoratori ammirano le stelle e danno ritmo al silenzio. Ma per chi ama non essendo amato, la notte è solo musica: "Quando sei nato amante, sei nato per soffrire" Depeche Mode https://www.youtube.com/watch?v=B_geuq76Cig
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Carpe diem......   In un film stupendo, "L'Attimo fuggente"con Robin Williams, si parla anche dell'importanza di valorizzare la propria vita giorno dopo giorno, cogliendo l'attimo. Sembra facile....in realtà tanti sono gli attimi che ci lasciamo sfuggire perchè troppo immersi in un quotidiano che non ci appartiene. Chiediamoci chi siamo veramente e cosa vogliamo e una volta stabilito, semplicemente andiamo a prendercelo, prima che finisca come le parole nella foto: passa un'onda anche leggera, lenta e...zac, le parole ridiventano sabbia. Così un'amicizia finita può dar nascita ad un viaggio impensabile, un amore finito può dar nascita a una vita intensa e libera, dove si rincorre sempre un altro amore, finchè non si trova ciò che ci appartiene liberamente.  E imparare a sorridere, a trasformare una semplice serata noiosa o deludente, in un incontro improvvisato tra amici o una seratina piccante da annoverare tri i ricordi più spiritosi. La legger
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descrivere e mostrare "Non mi sono mai fermata ad analizzare il mio modo di scrivere... Per me è sempre stato istintivo, naturale. Quello che posso dire, è che quando scrivo i miei occhi non guardano il mondo esterno, ma sono rivolti dentro di me. Le emozioni, le sensazioni, le visioni, sono tutte concentrate... dovrei dire nella mia testa, ma mi viene da dire nel mio cuore... Mostrare e descrivere, per me sono due facce della stessa medaglia, ma la cosa essenziale, è riuscire a trasmettere, e per farlo io devo vivere. Immedesimarmi, trovarmi in mezzo a una tempesta, o in equilibrio su un pennone, o ancora prigioniero di una grotta sotterranea (anche se di certo i miei personaggi sono molto più coraggiosi di me ). La tecnica può essere importante, ma va considerata per quello che è, ovvero la base, lo scheletro su cui costruire. Il pittore impara di base come amalgamare i colori per ottenere le sfumature e come stenderli sulla tela, ma poi è quello che c'è dentro di l
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Amore è...il giusto equilibrio tra bisogno e desiderio Vi ricordate le vignette di Love is ??? sembra passato un secolo...ma quanto ci facevano sognare? Per i più scettici queste vignette fanno rabbrividire, mentre per chi ha provato queste emozioni sa che l'amore vero esiste, ma anche che è l'unico sentimento talmente vasto, talmente universale, che è impossibile dargli una definizione uguale per tutti. Infatti queste vignette con le loro didascalie, mostravano proprio quanti "amori veri" possono esistere,e che la loro essenza dipende anche dall'importanza che noi diamo nel condividere  certi aspetti della vita quotidiana. Ma se si parte già con: "Ho bisogno dei miei spazi", "Ho bisogno di uscire con i miei amici", "camere separate", "appartamenti separati", si danno segnali che il desiderio è...pochino. Allora perchè si sta insieme? Per il bisogno di non stare da soli. Invece io credo che se io sto bene con una p

ho imparato a non guardarmi indietro

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Non è stato facile. Ero una pietra, io, immobile fissa dove mi avevano posto. Un giorno scoprii di avere le gambe e cominciai a camminare, piano piano; poi a passo svelto. Oggi corro e non mi guardo indietro e soprattutto, non torno indietro.

Vi presento il mio fidanzato, HQ 234

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Vi presento il mio fidanzato, HQ 234 1 racconto di Emilia Capasso Salgo le scale come tutti i pomeriggi alle 17.35. Apro la porta, lascio le scarpe in un angolo vicino all'attaccapanni e corro in bagno. -Buonasera tesoro.- mi dice il mio fidanzato. -Buonasera amore!- gli urlo dal bagno mentre faccio la pipì. Lascio scorrere l'acqua tiepida per sciaquarmi rapidamente sotto le ascelle, mi precipito in camera per indossare qualcosa di più comodo e sexy, infine, vado in salotto dove Claudio, il mio fidanzato, sta guardando la tv. Gli sorrido e lo abbraccio alle spalle, baciandolo rumorosamente sulla guancia barbuta. Lui ricambia il sorriso e mi prende in braccio, infilandomi subito una mano sotto al vestitino. E' bellissimo, il mio Claudio e sa sempre ciò che voglio. La sua mano scorre veloce dove sa che io l'attendo e finiamo avvinghiati sul divano. Claudio è straordinario sessualmente, ha una durata programmabile, per cui, in base alle mie esigenze,