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Visualizzazione dei post da agosto, 2016
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Dal capitolo 25 de: "La Galleria" Marco osservava le prime ombre della sera sbuffando. Ma cosa diavolo stavano facendo? Tra un po' sarebbe giunta l'ora di andare a casa e lui rischiava di non concludere nulla. A dire il vero, la voglia gli era anche passata. L'idea di proseguire in quella galleria fredda e buia non lo ispirava molto. Quanto gli mancava il suo letto e il divertimento meno faticoso della play4! In quel mentre, il rumore dei passi lenti di Axel lo distrasse dai suoi pensieri. La ragazza non uscì del tutto allo scoperto, si fermò nella penombra. Vedeva solo una parte di lei come se fosse tagliata in due. Gli fece cenno da lontano di alzarsi e di seguirla. Marco annuì. Ma era sangue quello che aveva sul braccio? Battè gli occhi nervosamente per mettere a fuoco l'immagine. Inutile. Il tempo di abbassare il capo e di rialzarlo ed Axel era sparita. Si sentiva confuso, come sospeso in uno spazio che non conosceva e questo stato d
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Un altro capitolo corretto... Capitolo 22 Sotto la doccia calda Axel si illudeva di depurarsi. In realtà il suo corpo non lo avevano toccato per nulla. Non l'avevano nemmeno spogliata. Avevano solo usato la sua bocca per soddisfare un bisogno umano, che in quella situazione aveva perso ogni lecita motivazione. Si era sciacquata la bocca almeno un centinaio di volte, si era lavata i denti per interminabili minuti, fino a farsi sanguinare le gengive, aveva svuotato la bottiglina di colluttorio. Se la doccia serviva a dare uno scrupoloso lavaggio epiteliale, lo sporco, tuttavia, restava dentro la sua mente. Si ricordò di un brano dei Death is now, “Dirty soul”. Lo cercò come una matta tra i vari cd sulla mensola in alto alla scrivania, rovesciandone alcuni e ignorando la loro caduta. In accappatoio si stese sul letto, chiuse gli occhi, mentre le parole echeggiavano tuonanti nella camera, con i bassi che facevano vibrare i vetri della finestra. Can you hear me
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Un estratto dal 20imo capitolo de: "La Galleria" ( in fase di editing) Il sonno aveva preso il sopravvento su di lei, al punto che si era addormentata ancora vestita. La musica era diventata un labile sottofondo lasciando il posto ad immagini oniriche che si accavallavano, per poi districarsi e diventare sempre più nitide. Axel cammina per una strada buia, vede il marciapiede dinanzi a sè, lungo, stretto, pochi lampioni distanti che recano una luce fioca. Foglie le svolazzano davanti, mentre un gattino attraversa in fretta la strada bagnata. Sente freddo, si abbraccia e si scopre solo in canotta e mutandine. Cerca un riparo, un portone aperto dove entrare o magari trovare casa sua. Si è persa. Non conosce quella strada. Strani versi di uccelli notturni e spaventosi accompagnano il suo camminare incerto. Il freddo diventa insopportabile. Vede un portone aperto. Entra. Cerca con la mano l'interruttore; lo trova. Preme per accendere: nulla. Ripete il gesto più volte