Come
sterminare la propria famiglia nella notte di Natale e partire sereni
per le Bahamas
cap
19
«I
migliori sono tutti sposati o fidanzati»
«Le
migliori sono tutte impegnate.»
«Solo
gli scarti restano 'single'»
Era
così che mia madre un giorno aveva detto ad una sua amica, mentre
erano affacciate entrambe alle rispettive finestre sul cortile.
Avendo finito di stendere i panni, si erano concesse una bella
chiacchierata coronata da liste di preconcetti e luoghi comuni.
Ritenni
opportuno fingere di tossire per attirare la sua attenzione. Mia
madre si voltò e con leggero imbarazzo precisò: «Be', non tutti i
single!»
«Grazie
ma'!»
Avevo
passato i giorni a seguire con quella frase in testa che mi batteva
come un martello: io ero uno scarto e non riuscivo a fidanzarmi
perché gli over 35 erano scarti come me. Dovevo dimostrare a mia
madre e soprattutto a me stessa che non era vero! Riflettei su tutte
le 'spunte' che avevo inserito nella lista del mio uomo ideale:
bello
intelligente
ironico
benestante
colto
alto
almeno 1.80
non
fumatore
non
bevitore
non
tifoso
viaggiatore
fantasioso
gran
trapanatore
e
giunsi alla conclusione che dovevo eliminarne qualcuna, ma davvero
non sapevo da dove cominciare poiché mi sembravano tutte necessarie.
Tuttavia,
ero talmente disperata che quando conobbi Alfredo, pensai subito di
aver trovato l'uomo giusto: era gentile, dolce, educato, monogamo.
Tutte ottime qualità, tra quelle essenziali per una relazione
duratura, anzi direi, eterna.
Passai
sul fatto che fosse alto solo 1.70, con pancetta, inizio di
stempiatura ai lati, che guadagnasse il minimo per sopravvivere e che
non avesse alcun senso dell'umorismo. Inoltre il suo disinteresse per
il sesso sfrenato, cosa che invece per me era essenziale, mi
tranquillizzava: almeno non mi avrebbe mai tradita.
Alfredo
non seguiva il calcio, non fumava, non beveva, non si drogava,
insomma, era una sicurezza! Passava il tempo libero a leggere romanzi
di vario genere, un aspetto che faceva di lui una persona colta e
interessante. Andammo a vivere insieme dopo soli tre mesi di
fidanzamento. La mattina mi preparava la colazione, mi baciava e mi
diceva che ero la donna della sua vita. Spesso al mio ritorno a casa
trovavo mazzolini di rose o di margherite a centro tavola. Gli
piaceva cucinare, ragion per cui, mentre io la sera mi rilassavo
davanti alla tv, lui si divertiva tra i fornelli.
Mi
chiedeva cosa desiderassi almeno ogni due ore, per poi soddisfare
ogni mia richiesta. Facevamo l'amore in genere al sabato pomeriggio
o la domenica mattina. Durante i rapporti era molto dolce, coccoloso
e premuroso.
Se
notava che ero irritata per qualche motivo mi abbracciava subito e mi
sussurrava: parliamone. Io gli sorridevo e la rabbia spariva in un
attimo.
La
sua presenza costante mi rendeva serena, appagata. Smisi di
controllare il peso, di truccarmi, di cambiare acconciatura. Presto
tute e jeans sostituirono gonne e vestiti, così come le scarpe da
ginnastica i tacchi. In un paio di mesi cominciavo a somigliare a me
stessa invecchiata di venti anni e la cosa bella era che lui sembrava
non accorgersene. Ero davvero stata fortunata a trovare un uomo che
mi amasse così tanto!
Ma
allora perché lo odiavo? Perché avevo cominciato a sperare che un
boccone gli andasse di traverso affogandolo? Perché mi immaginavo
mentre gli avvelenavo il cibo? Perché mi auguravo che la culona del
terzo piano lo seducesse portandomelo via? Perché sognavo che mi
rivelasse di aver trovato lavoro al Polo Nord?
Mi
sentivo terribilmente in colpa: avevo trovato il sogno di ogni donna
e lo detestavo. Dovevo essere davvero fuori di testa. O forse
semplicemente, io non ero ''ogni donna''.
Io
volevo litigare, volevo che fosse geloso, volevo che mi strappasse i
vestiti di dosso! E poi volevo che fosse più alto, più magro, più
simpatico. Non mi piacevano nemmeno il suo nome e la sua voce!
Ma
come avrei potuto spezzargli il cuore dicendogli che era troppo per
me, che meritava di meglio, o altre cazzate varie? Dovevo usare
l'astuzia!
Chiamai
la culona del terzo piano che era disoccupata da tre mesi. Dietro
lauta ricompensa, le chiesi di sedurre il mio fidanzato. In un primo
momento lei storse il naso, ma quando vide i bigliettoni trovò la
giusta motivazione.
Il
messaggio che attendevo arrivò alle 17.30 di un pomeriggio di marzo.
Entrai in casa e trovai il mio Alfredo che affogava tra le mammelle
giunoniche della mia vicina di casa. Mi finsi offesa e ferita
ordinandogli di prendere le sue cose e di andarsene. Non parlai molto
per evitare di tradirmi scoppiando a ridere.
In
realtà non risi per nulla bensì gli scaraventai addosso ogni
oggetto alla mia portata, quando il ''candido'' mi confessò che
erano mesi che voleva dirmelo. Mesiiii??? Dirmi cosa??? Semplicemente
che aveva una relazione con la culona, che intanto se l'era svignata
a gambe levate.
Caddi
seduta sul divano muta e incredula.
Pensavo
ai soldi spesi, al tempo perso, ai miei sensi di colpa, alla mia
ingenuità o stupidità che a volte coincidono.
Prima
di cadere in trance, giurai a me stessa che avrei passato il resto
della mia vita perseguendo un unico scopo: lo sterminio della razza
maschile!
(continua)
sembro io... solo che non mi piacciono le culone...
RispondiElimina😊
RispondiEliminaQuindi tu saresti un finto innamorato 😁
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