Frammenti di un viaggio di ritorno


Sono all'aeroporto di Palma de Maillorca in attesa del volo di rientro per Torino. Purtroppo scopro che è in ritardo ma nessuno sa dirmi di quanto. Sbuffo, non ci voleva. Sono stanca e fa pure caldo! Mi guardo intorno senza vedere nessuno, finché alla mia sinistra scorgo un giovane seduto, chino,le braccia sulle ginocchia. Mi fermo a guardarlo perché è bello e perché mi ricorda lui. Sembra da solo, invece quando dopo qualche minuto arriva l'hostess per il check in, si alza seguito da una ragazza. Mi dico non può essere...ma tutte così queste coppie di trentenni? Ormai si somigliano tutte: lui alto, possente con barba, lei piccola e...insignificante? Normale? Caruccia? Interscambiabile? Vabbé è la mia solita invidia che parla! Li osservo. Anzi osservo lui che ha un profilo bellissimo. Forse ho guardato troppo perché ad un certo punto lui si gira e io scappo dal suo sguardo intenso. Conosco bene il gioco. Dopo un paio di minuti lo riguardo e lui ricambia. Stavolta restiamo a fissarci entrandoci dentro. Con l'esperienza ormai so come guardare un ragazzo e anche quale tipo di ragazzo. Infatti sono io per prima a rompere l'incantesimo. In fondo che senso ha? Non abbiamo 14 anni e tu sei fidanzato, idiota! Non so nemmeno dove abiti, non posso nemmeno darti il mio numero senza che lei se ne accorga. E poi per che cosa? Per una mezz'oretta a casa mia? O un'ora la prima volta? Poi torni da lei ovvio, come un cane che torna dal suo padrone.
Vedo che avete le valige di Enrico Coveri. Ve la passate bene. Tanti viaggetti insieme da soli eh? Però che due palle deve essere! Ho letto da subito la noia nei tuoi occhi. Non la sopporti più, tanto che eravate seduti distanti e si è capito che eravate insieme solo quando lei si è avvicinata a te in fila, non tu a lei.
Adesso li osservo per un altro motivo. Attendo che ci sia un abbraccio, un bacio, io se avessi un tipo così gli starei incollata. Invece non accade nulla per tutto il tempo, un'ora circa nell'attesa di quel maledetto aereo in ritardo. Non vi sfiorate che per pochi secondi, quando lei ti prende la mano. Lei te la prende, ma la tua resta ancorata alla maniglia del trolley. Salda, immobile, fredda, indifferente. Lei ti tocca e tu non accetti la sua presa. Questo è un segnale terribile che solo una donna di esperienza non innamorata può interpretare. Ma lei, la ragazzina acqua e sapone con lì apparecchio per i denti ( a più o meno 27 anni, ma serve? bah!) deve essere abituata a questa freddezza. In fondo si sa, dopo qualche anno di fidanzamento si diventa così.
Le amiche l'hanno informata male, solo perché le coppie vanno avanti in questo modo, in una avvolgente e strangolante finzione, non vuol dire che sia la normalità.
Anche il tuo sguardo dice molto, ragazzo, soprattutto quando ti giri più volte per cercare di nuovo il contatto visivo con me. Guardi lei leggero, nei miei occhi invece cerchi salvezza. Cosa ti serve, una minima eccitazione per stasera con lei? Hai bisogno di sentire che sei ancora bello e ricercato? Vorresti lasciarla ma ti mancherebbe l'ancora di salvezza, la sistemazione, la futura mamma per i tuoi figli?
Ma io sto giocando, tesoro mio, per me sei un topolino. E così ti guardo di nuovo e ti illudo. In realtà ho iniziato a guardarti perché mi hai ricordato lui, la mia ossessione, altrimenti, mi sarei solo dannata al pensiero di non essere ricca abbastanza da possedere un jet privato e arrivare a Torino presto.
Stufa di 'sto giochetto, mi vendico del fatto che sei bello e giovane e non ti guardo più.
Una volta sull'aereo mi sorprendo a notare con la coda dell'occhio che mi stai fissando. Il mio orgoglio sale, ma sono troppo cattiva oggi, non ti considero. Ti passo accanto distratta anche un po' triste, in cerca del mio posto.
Esistono verità che una volta scoperte è troppo tardi per farne tesoro.

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