Storia dei miei capelli
The end
Sono davanti a un pacco molto bello, scatola nera, fiocco argentato. Lo apro lentamente con ansia e paura. Ansia di vedere se è come era stata pubblicizzata, paura che non sia adatta a me e che quindi mi ritroverò punto e accapo.
La vita è difficile, forse, non lo so, per qualcuno di certo sì. Per me lo è stata. Forse ho anche complicato io le cose, forse sono nata nel periodo o nel posto meno adatto alle mie caratteristiche psico-fisiche.
Dare una definizione della vita è difficile, come dell'amore, del resto. Spesso dipende dall'umore, da come ti sei svegliata o da come ti è andata la giornata. I fattori sono davvero tanti, innumerevoli oserei dire. Chiedere a un bambino nato in un villaggio sperduto dell'Africa se la vita è bella, o chiederlo al nipote della regina Elisabetta seconda, è ben diverso. Tuttavia il primo potrebbe rispondere affermativamente, esplodendo in un meraviglioso sorriso, e così anche il nipotino reale britannico, sebbene per motivazioni alquanto diverse. Tutto è relativo. Tutto dipende dalla scala di valori che ciascuno di noi ha costruito nell'infanzia. Porre la stessa domanda invece a un bambino che ha visto la morte dei suoi cari sotto bombardamenti per lui senza spiegazione, è diverso. Come porla a chi nasce con gravi handicap.
Oggi siamo tutti guru. Tutti a rubare frasi fatte e luoghi comuni dai social. Su tutti: ''ama te stesso!'' Se non ti ami tu come vuoi che ti amino gli altri? Vero, ma anche qui vale la legge della relatività.
Quando io ero piccola mi amavo moltissimo. Mi trovavo carina, con un bel fisichetto. Tuttavia, crescendo, il mio 'handicap' dei capelli ha cambiato la visione che avevo di me stessa, ma non perché lo volessi io ma perché vedevo che gli altri si comportavano diversamente nei miei confronti.
L'Italia è un paese arretrato. In Inghilterra, dove io maledizione avrei dovuto trasferirmi forever, l'aspetto esteriore conta poco. Quante attrici o attori inglesi bellissimi ricordate? Forse fascinosi, ma belli...per quello occorre fare un salto negli USA o anche in Italia. E nella musica? Stessa cosa. In questi regni dove la bellezza dovrebbe essere un must, secondo alcuni, gli inglesi sostituiscono la personalità. Hanno talmente tanta personalità da sembrare belli.
Dimenticavo, in Italia la bellezza deve essere un must solo per le donne.
Lasciando da parte questo discorso triste e per me ormai anche poco interessante sulla bellezza, resta quello dell'accettazione dell'altro con i suoi difetti. Anche questo è molto difficile in Italia. C'è tanta ipocrisia a riguardo. Se le persone dicessero sempre ciò che pensano, moltissimi resterebbero senza amici. Io, ad esempio, ho poche amiche e amici perché dico sempre ciò che penso. Mi arrabbio poi quando non riesco a far capire che esiste una libertà di parola e che questa non si ferma davanti alla diversità di opinione.
Perché ho scritto tutto ciò? Perché la mia salvezza, se così si può dire è stata proprio una giovanissima vlogger inglese sofferente di alopecia (quella che causa la perdita di proprio tutti i capelli) fin da piccola. Con un sorriso spettacolare e coinvolgente ha pubblicato diversi video dove parlava del suo problema come se non lo fosse. Dava consigli sull'acquisto di parrucche, cappelli, su come superare certi ostacoli quotidiani e vivere serena come se il problema non esistesse. Mi ha colpito moltissimo. Da lì mi è partita l'idea di acquistare una parrucca, cosa che in Italia equivale a cancro...fingiamo o forse davvero ignoriamo che le varie star del mondo dello spettacolo ne fanno uso per i più disparati motivi. Loro sì, noi no. Vabbè. Mi sono detta, provo. Mi ha coinvolto l'entusiasmo di questa ragazza britannica che aveva anche un fidanzato niente male. E così ho acquistato la prima. Adesso ne ho 4, una l'ho buttata non mi piaceva. Ho scelto l'acconciatura con la quale mi sento più a mio agio e via!
Ciò nonostante faccio sempre fatica a raccontarlo agli uomini. In genere non lo faccio, tanto non se ne accorgono. Sono fatte talmente bene che dovrebbero aguzzare la vista, ma in genere gli uomini guardano più in basso...
So che in Inghilterra potrei anche, nel bel mezzo di una conversazione, sfilarmela dalla testa e grattarmi, per poi indossarla di nuovo, ridacchiando magari,mentre in Italia sarebbe troppo imbarazzante: mi guarderebbero con dispiacere. E io davvero non capisco il perché. Io mi sento assolutamente a mio agio.
Non capisco perché l'Italia sia un paese così arretrato.
Cosa ha frenato la nostra crescita intellettuale?
Pasolini è morto per questo, per la nostra ignoranza e la nostra ipocrisia, per un conformismo malato.
Riusciremo a recuperare il passo con i paesi nordeuropei? Non credo. Se crediamo ancora in un uomo vestito di bianco che comodamente da casa sua ci dice che la guerra è una cosa brutta e che dobbiamo tutti volerci bene, mentre alcuni dei suoi fedelissimi si ingroppano un bambino nelle segrete stanze...
E crediamo ancora a chi promette in politica quando ha un passato insignificante e oltre alla grammatica ignora la storia politica ed economica.
E crediamo ancora che lo studio non serva a nulla, o meglio non serva per diventare ricchi e famosi.
Crediamo in Dio e nei soldi. Mumble mumble, qualcosa non mi torna.
Per precisare, ho usato il 'noi', ma è un 'noi' collettivo, io resto fuori da questo mondo patinato da medioevo.
che critico e in cui, allo stesso tempo, ahimè, cerco di convivere.
'Sono fuori dal tunnel' per citare un premio nobel mai assegnato.
E ci sto da dio, con assoluta lettera minuscola.
Grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza e il piacere di leggere questa mini-storia.
The end

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