Un altro capitolo corretto...

Capitolo 22



Sotto la doccia calda Axel si illudeva di depurarsi. In realtà il suo corpo non lo avevano toccato per nulla. Non l'avevano nemmeno spogliata. Avevano solo usato la sua bocca per soddisfare un bisogno umano, che in quella situazione aveva perso ogni lecita motivazione. Si era sciacquata la bocca almeno un centinaio di volte, si era lavata i denti per interminabili minuti, fino a farsi sanguinare le gengive, aveva svuotato la bottiglina di colluttorio. Se la doccia serviva a dare uno scrupoloso lavaggio epiteliale, lo sporco, tuttavia, restava dentro la sua mente. Si ricordò di un brano dei Death is now, “Dirty soul”. Lo cercò come una matta tra i vari cd sulla mensola in alto alla scrivania, rovesciandone alcuni e ignorando la loro caduta.
In accappatoio si stese sul letto, chiuse gli occhi, mentre le parole echeggiavano tuonanti nella camera, con i bassi che facevano vibrare i vetri della finestra.

Can you hear me?
I'll spell it out right for you,
you dirty soul
running through this wood
Dirty! Dirty!
You're dirty as a bitch!
Screaming aloud your sin
we wont'have the will
to listen to your words of sorrow
'cause for your guilt you'll have to pay

Axel non aveva pianto. Avrebbe voluto, sarebbe stato logico e normale, in una situazione normale. Eppure non c'era nulla di normale in quello che le stava accadendo. Non aveva provato disgusto mentre la sua bocca veniva vilmente violentata, non aveva provato rabbia, non aveva provato nulla se non una sorta di distacco dall'evento. Fisicamente c'era, mentre la sua mente era altrove, era già oltre nel tempo, vedeva gli eventi futuri, quelli che avrebbero dato un senso all'evento presente. Non ricordava i volti dei gemelli in quella situazione, non aveva nemmeno ascoltato le loro parole. Come avvolto in una nebbia, il ricordo rappresentava i due giovani come sagome sfocate, che forse ridevano, forse la insultavano, che si ricomponevano e si allontanavano abbandonandola in ginocchio sull'erba bagnata. Solo l'ultima frase la ricordava bene, chiara e precisa, perchè Matteo gliel'aveva urlata nell'orecchio: “Una sola parola stronzetta e ti daremo il resto!”.
Sciocchi, idioti, bambini porci infami. Non avevano capito nulla. Non le avevano fatto NULLA perchè lei non aveva provato NULLA!
Sul pc, l'avviso di un messaggio: Gallery.
-Ma dove sei finita?-
-Scusami Axel, problemi seri a casa.-
-Mi spiace. Vuoi parlarne?-
-I miei si separano.-
-Cavolo...-
-Già. Non ci voleva. Però era nell'aria, già da un po'.-
-Non me ne hai mai parlato.-
-Lo so, non volevo annoiarti.-
-Ma cosa dici? Io e te siamo amiche no?-
-Si, ma tu hai già i tuoi problemi.-
-Devi essere forte, perchè verranno momenti terribili.-
-Lo so.-
-Poi si superano.-
-Dici sul serio?-
-Certo!-
Era davvero facile mentire con i messaggi. Era davvero facile affermare l'esatto contrario di ciò che si pensava.
-Tu non pensi più a tuo padre?-
-A volte sì. A volte vorrei che fosse stato tutto un lungo brutto sogno; che mi sveglio la mattina e lui è lì e mamma è felice.-
-Ma non vi vedete più?-
-Un paio di volte l'anno, Natale e per il mio compleanno.-
-Ma neanche in estate?-
-Ho scelto io di no. Da un paio di anni preferisco stare con la mamma che è sola. Papà invece ha una compagna e un figlio. Ha la sua famiglia insomma.-
-Peccato. Ci sono famiglie separate che però restano in buoni rapporti.-
-Non la mia, purtroppo.-
-Spero che per me sia diverso.-
-Lo spero anche io. Dipende dai tuoi genitori, se sono intelligenti...-
-Non voglio soffrire, Axel! Ma sto già soffrendo.-
-Tieni duro, Gal, tieni duro!-
Avrebbe voluto raccontarle di ciò che le era appena successo. Altro che separazione dei genitori! Avrebbe voluto sfogarsi con qualcuno, raccontare di quell'onta che adesso si portava addosso. Mentre scriveva per confortare la sua amica, davanti ai suoi occhi scorrevano le immagini della violenza subita, come in un film e in contemporanea provava un senso di indifferenza. Si sentiva leggera e pesante allo stesso tempo, quasi una mina che sarebbe potuta esplodere da un momento all'altro.
Per questo dentro di sé sapeva che era meglio tenere tutto segreto, era troppo delicato da raccontare, troppo difficile da capire, anche per Gallery, soprattutto ora che era presa dai suoi problemi.
-Mi spiace se non ci sarò più tanto spesso, ma di certo capirai.-
-Stai tranquilla, Gal, quando hai bisogno mandami un messaggio e io ci sarò sempre per te.-
-Grazie! TVB-
-Anch'io TVB!!-
Distesa sul letto, Axel fissava il soffitto sperando che crollasse sopra di lei e la seppellisse una volta e per sempre.
Dio ti prego, fammi venire un infarto, un embolo ora!”
Messaggio di Sara:
-Ehi!!! Che fai??-
-Studio.- Quanto è facile mentire! Quanto è facile! Facilissimo!
-Il dottor Jekyll?-
-Si.-
-Che c'è non hai voglia di parlare?-
-Ma no, solo devo studiare ora perchè poi devo aiutare mia madre per delle commissioni.-
-Ok, va bene, allora ti lascio a dopo!-
Sollevandosi a fatica dal letto, come se spossata da un pesante esercizio fisico, Axel si decise a compiere il suo dovere. Aprì l'antologia di letteratura inglese e riprese la lettura da dove aveva posto un segno con la matita.

With every day, and from both sides of my intelligence, the moral and the intellectual, I thus drew steadily nearer to that truth, by whose partial discovery I have been doomed to such a dreadful shipwreck: that man is not truly one, but truly two. I say two, because the state of my own knowledge does not pass beyond that point.1

Non siamo uno, ma due. Hah! A me basto già solo io con i miei problemi!” sorrise Axel. Trovava “Lo strano caso del Dottor Jekill e Mr Hyde” terribilmente noioso. Soprattutto la parte finale, dove il dottor Jekyll inutilmente spiegava dal suo punto di vista gli eventi che lo avevano portato fino al tragico epilogo, visto che tutto era già stato raccontato prima attraverso gli occhi dell'avvocato Utterson. Non le piaceva neanche il suo stile di scrittura. E anche la storia era troppo fantasiosa per i suoi gusti. Nel suo compito l'avrebbe scritto, in fondo Picco apprezzava le sue critiche. Avrebbe anche affermato che non possiamo essere due e soprattutto così distinti, ma che ognuno opera o verso il bene o verso il male. Pensava ai due gemelli, loro sì che potevano dirsi dominati mentalmente dal male. Non avevano nessun Dottor Jekyll nascosto nella coscienza, che apparisse all'improvviso per farli sentire in colpa. Loro si divertivano quando commettevano atti malvagi, altro che pentimento!
Nel loro animo, il bene non esisteva per nulla, loro erano il male impersonificato, ovvero, l'assenza totale di sentimenti benevoli. Anche suo padre era stato così, quando le aveva abbandonate. Non aveva pensato al dolore che avrebbe provocato, non aveva pensato a renderlo più sopportabile. Era pur vero che la mamma andava fuori di testa ogni volta che lui veniva a casa all'inizio, tuttavia lui avrebbe dovuto capire che il dolore a volte rende le persone acide o irascibili.
I don't know when my hate for this whole world started.
Rilesse quelle parole appena scritte sul suo diario. Le aveva scritte senza accorgersene. Non ci badò molto, chiuse il diario e scese in cucina a prepararsi un tè, mentre Lonely la seguiva con la sua tipica andatura elegante.




1 Così di giorno in giorno e con entrambe le facce morale e intellettuale del mio essere senziente, sempre più mi avvicinavo a quella verità la cui parziale scoperta mi ha condannato a un così orribile naufragio: che l'uomo non è uno in verità, ma due. Dico due perché lo stadio della mia conoscenza non va oltre questo punto. 
" Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde"  R. L. Stevenson - 1886

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