"E la vita la vita, è la vita l'è bela, l'è bela, basta avere un ombrela, un'ombrela, ti ripara la testa, sembra un giorno di festa"

(Cochi e Renato 1975?)

Pronto Soccorso di Chivasso. Odio andare al P.S, ma se sto male non ho scelta. In balìa di una forte emicrania da giorni e di un'improvvisa insostenibile fotofobia, mi ritrovo dopo il primo giorno, di scuola, nella saletta del Pronto Soccorso di Chivasso. Mi fanno accomodare all'interno per farmi stare più tranquilla data la mia situazione e lì attendo il mio turno. Dopo una prima visita e la conseguente TAC, che risulta negativa, per fortuna, mi ritrovo alle 4 del pomeriggio seduta accanto a un arzillo 85enne, che mi colpisce subito per gli occhi di un azzurro ancora intenso e la capigliatura canuta, molto curata, fila di lato con un codino dietro alla nuca. Gli chiedo come mai è lì e così comincia la nostra chiacchierata di circa due ore e mezza, intervallata solo da qualche prelievo o eventuale seconda visita. Guerino è reduce da un infarto l'anno precedente; ecco che ai primi sintomi, si è presentato al Pronto Soccorso, ma a me sembra che stia benone; lui stesso ammette di sentirsi bene ora, e che probabilmente, si è solo fatto prendere dal panico. Guerino è un musicista. nel lontano 1953, si trasferisce in Piemonte dalla spledida Puglia e si mette a suonare nelle varie balere, mentre di giorno fa vari lavori, di tutto di più, come tutti i ragazzi di una volta. Una sera vede la sua futura sposa. E' una giovane belga, orfana di padre morto in miniera, che vive lì con la madre e due fratelli. E' amore a prima vista. "Giù in Puglia, " mi racconta Guerino, le ragazze le potevi vedere solo da lontano, nemmeno un bacio prima del matrimonio! Lei era diversa. Mi portò subito a casa sua a conoscere la sua famiglia e da allora non ci siamo più lasciati. Ma quante gliene ho fatte passare!" Sorride. Un'altra caratteristica di Guerino, è che lui sorriderà per tutto il suo lungo racconto. Non è uno di quegli anziani che sono lì, che sembrano persi nella tristezza di essere a un passo dalla morte, che vivono il loro presente come una condanna. Guerino è allegro, vivace, sembra consapevole di avere ancora molti anni da vivere. "Sono un uomo che ha vissuto davvero, " continua. Io e mia moglie, dopo anni di lavoro, avevamo un locale da ballo, con i nostri risparmi ce ne siamo andati a Riccione ad aprire una rosticceria. Lavoravamo da matti. Lei preparava le lasagne già alle sei di mattina e poi patate fritte e polli arrosto. Eppure, dopo una dura giornata di lavoro, io alle dieci di sera andavo in giro a suonare, non ho mai smesso, fino alle sei di mattina! e dopo un'ora ero in rosticceria. La gente dice che ha vissuto, io dico , ma cosa hai vissuto se hai dormito? Io non dormivo mai, io ho vissuto!". Non c'è alterigia nei discorsi di Guerino, è un uomo meravigliosamente semplice anche quando mi racconta delle sue esperienze musicali con Tullio De Piscopo e Mario Merola. Di De Piscopo ricorda la sua ben conosciuta bravura, di Merola la sua simpatia e umanità, ma anche il suo amore per il cibo e il gioco d'azzardo. S.Vincent, a detta di Guerino, era la sua meta preferita. In seguito, mi confessa di aver amato molto le belle donne, (ci avrei giurato), e che mentre io ero a far visita in sala, poco prima, ha cominciato a pensare a dei versi per me! Insomma, io gli stavo ispirando una canzone. Non credo che nessuno abbia mai scritto nulla per me e la cosa devo dire che mi lusinga molto! Mi promette che una volta a casa, comporrà qualcosa accompagnandosi con la chitarra. 
Infine, mi dice che spesso è a Chivasso per un caffè con sua moglie, nella piazza del Duomo e che se mi capitasse di passare di lì, lui sarebbe ben lieto di chiacchierare ancora. Gli rispondo che il piacere sarebbe tutto mio. Ci congediamo con una affettuosa stretta di mano, io e Guerino, e ci facciamo tanti auguri.
Dopo poco mi ritrovo nell'auto della Croce Rossa con Julian, un bel giovane rumeno, alla volta di Torino, per una urgente visita oculistica. Julian ha voglia di chiacchierare, io un pò meno per il dolore agli occhi e la stanchezza di una giornata in Pronto Soccorso, ma lo ascolto volentieri. Julian è un'altra storia. Venuto in Italia nel 2003, sogna di tornarsene in patria. Ha sempre lavorato, ma è stufo di trovare spesso approfittatori che o non pagano, o ritardano il pagamento. Anche lui ha fatto di tutto e sa fare di tutto, come Guerino, per questo sogna di tornare in patria, lavorare come contadino e vendere i prodotti della sua terra. Spera di trovare una brava ragazza che sappia cucinare, perchè a quanto pare, non se ne trovano più. Il suo più grande sogno, forse, è quello di costruire con le sue mani, una casa in pietra e pavimenti in legno. Questo ci accomuna! E' anche il mio sogno. Sono certa che Julian ce la farà, è un ragazzo in gamba, con i piedi per terra. Julian è un angelo reale perchè presta servizio come volontario in ospedale. Se non ci fosse stato lui ieri sera, io avrei dovuto rimandare la visita oculistica al giorno dopo, soffrendo ancora e probabilmente peggiorando la mia situazione. Mi ha accompagnato fino a Torino ed ha aspettato la visita e tutto, per poi riaccompagnarmi all'ospedale di Chivasso. Questa anche è una bella storia. Ringrazio Guerino e Julian, per avermi alleggerito e riempito allo stesso tempo, una giornata difficile. 

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