Estratto dal mio romanzo in work in progress: La Galleria



-Maledizione, Axel! Sei pazza?-
Axel in quell'istante si slacciò la cintura di sicurezza e uscì in un lampo dall'auto, correndo in direzione della boscaglia.
-Fermati! Dove vai?- Luca si affrettò a seguirla nel buio della sera, tra i cespugli e l'erba alta, fino a ritrovarsi davanti all'entrata della galleria. Rimase bloccato in quella radura, circondato da fusti alti e neri. Il silenzio era interrotto, di tanto in tanto, da inquietanti fruscii nell'erba. Poteva essere un animale, poteva essere Axel.
-Axel, per favore, vieni fuori. Non importa quello che è successo, la macchina si ripara. Dimentichiamo tutto, va bene? Non è successo nulla, ma ti prego vieni fuori. Così facciamo una tragedia!-
Improvvisamente, Luca si ricordò di una sera in cui aveva discusso con Daniela proprio di Axel. Le aveva detto con sincerità, che non riteneva normale per un'adolescente, il passare tutto quel tempo da sola, in camera sua, a sentire quella musica infernale. Daniela gli aveva risposto che Axel era una ragazza diversa dalle altre, ma non infelice. Lui aveva invece sostenuto il contrario, che una ragazza della sua età, per essere felice doveva fare delle esperienze, uscire, farsi nuove amicizie, avere uno o più ragazzi. Daniela aveva scosso la testa:-Per carità, con tutto quello che si sente in giro!- e Luca le aveva risposto che non poteva proteggere Axel dalla vita, ma che la vita andava vissuta. Axel doveva farsi male, curarsi le ferite da sola, se voleva crescere e diventare donna. La discussione era poi finita lì. Adesso lui si trovava in un bosco di sera tardi, con un'adolescente impazzita che giocava a nascondino e la cosa peggiore era il dover spiegare a Daniela il tutto. Questa volta lo avrebbe davvero mangiato vivo!
La luna fece capolino da una nuvola, illuminando l'entrata della galleria. Gli parve di vedere la sagoma di Axel, proprio lì davanti. Battè gli occhi più volte, la sagoma era scomparsa.


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