Come
sterminare la propria famiglia nella notte di Natale e partire sereni
per le Bahamas
capitolo
16
Quando
all'improvviso mia cugina Jessica entrò nella mia camera con la
stessa andatura di Jessica Rabbit nel famoso film degli anni '90, la
mia invidia per quella bellezza giunonica raggiunse il nono grado
della scala Richter. La Rita Hayworth mancata guardava con curiosità
quella che per lei poteva essere equiparata a funzione di cantinola,
invece trattavasi della mia umile camera da letto.
Seguirono
alcuni minuti di silenzio piuttosto imbarazzanti, poi esplose in un:
«Carino...»
«Vuoi
sederti?» le dissi indicando un paio di sedie accanto alla
scrivania.
«Massì,
facciamo due chiacchiere da brave cugine.»
Si
sedette accavallando le gambe che nemmeno Sharon Stone in ''Basic
Instinct''. Provai ad imitarla, pensando al fascino proibito dei miei
pantaloni larghi e stinti e delle mie pantofole con la faccia del
coniglietto Bugs Bunny. Mi venne un conato di vomito.
«Allora
cosa mi racconti di bello?»
Cominciai
a rovistare rapidamente nelle cartacce alla rinfusa tra i miei
neuroni, per cercare di trovare qualcosa di interessante per lei. Il
risultato fu un mezzo sorriso, un evidente imbarazzo, forse una sorta
di autocommiserazione, tuttavia riuscii a pronunciare un convinto:
«Solite cose.»
«Maddai
nemmeno un fidanzatino super sexy? Un ricco vecchiazzo?»
«Diciamo
che mi sono presa un periodo di pausa.»
Scosse
la testa. «Ma quale periodo di pausa? Il tempo passa cara mia e poi
davvero dovrai trovarti un vecchiazzo e nemmeno ricco!»
«Se
la cosa semplicemente non mi interessasse?»
«Ma
non mi dire!»
«Dire
cosa? Cosa hai capito?»
«Non
sarai...»
«Io?»
scoppiai in una fragorosa risata. «No, guarda, puoi metterci la mano
sul fuoco. Mi piacciono e anche belli grossi!»
Mia
cugina Jessica sembrò non apprezzare la battuta piuttosto
grossolana. A dire il vero non so perchè mi ero espressa così, non
era mio solito. Troppa tv spazzatura o troppi mesi di astinenza.
Dovevo chiamare di urgenza Massimo, il garzone del bar in piazza
Carlo terzo. In genere, tempo venti minuti e avrei sentito le ruote
della sua auto frenare sotto casa mia.
«Vedi
cara
»
(ho già detto che odio chi mi chiama caaara?)
«Non
è una questione di grandezza.»
La
interruppi sorridendo: « Sì, sì, lo so occorre saperlo usare ».
«Ehm,
no, se mi fai finire.»
«Ok.»
«Gli
uomini sono esserini semplici. Anche se ce l'hanno piccolo,
minuscolo, secco e lungo, secco e corto, cicciotto, andante a destra,
ricurvo a banana»
Sgranai
gli occhi pensando che ne aveva visti alemno quanto me, ma come era
possibile visto che era sempre stata sposata...vabbé osservazione
sciocca.
«L'importante
è fargli credere che il loro sia l'unico capace di farci godere come
le peggiori vacche. Questa è la loro gioia maggiore! E diamogliela!»
Mia
cugina cominciava a starmi simpatica. Avevo scoperto che
condividevamo lo stesso disprezzo infinito per gli ominidi di sesso
maschile.
«Però»
disse puntandomi minacciosamente il dito contro. «Mai dargliela per
nulla!» mi sentii terribilmente in colpa. Ero sul punto di
confessarmi quando Jessica scosse la testa. «Non preoccuparti, è
capitato anche a me. Tutte noi donne possiamo sbagliare. Ma non farlo
più!» mi intimò come una mamma severa.
«Giuro
non lo faccio più!» le risposi ed ero sincera. Mi sentivo come
ipnotizzata da quella donna Alpha.
«Una
volta che avrai assaporato il gusto di ottenere qualcosa in cambio
della tua generosità, vedrai che vorrai sempre di più e loro
saranno felici di dartelo, questo è il segreto!»
«Sono
proprio dei...»
«Coglioni!»
dicemmo all'unisono. Era fatta! Io adoravo quella donna.
«E'
incredibile che la pensiamo uguale. Ero convinta che tu...»
«Che
io?»
«Non
so, che un po' fossi schiava di questo ruolo di femme fatale.»
«All'inizio
devi fare un po' di pratica ma poi credimi, diventa un gioco da
ragazze.»
«Però
tu sei avvantaggiata, scusami, sei bellissima!»
«E
no cara mia, cosa credi, questo è un grosso svantaggio! Una
bellissima è interscambiabile con un'altra bellissima. Per noi la
vita è molto più dura. Invece una donna non propriamente bella
quando conquista, bé, il campo è suo!»
«Voglio
crederci.»
«Devi.
Quando vuoi ti do delle dritte. Ti interessa qualcuno al momento?»
«Ehm,
no.»
«Ma
come è possibileee? Ci sono migliaia di uomini lì fuori pronti per
essere fatti fessi! Dai usciamo e andiamo a caccia!»
Il
mio sorriso si smorzò non appena incontrai il suo sguardo
disgustato.
«E
per favore, togliti sti stracci. Maglioncino, gonna e tacco, avanti!»
«Sissignora!»
(continua)
Ed io continuo a leggere..... :)
RispondiEliminaE io ti ringrazio 😊
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