Microstoria di Emilia Capasso
Epifania
Microracconto
Sono le 6.10 di domenica mattina,
ventilatore acceso. Mi sveglio causa una zanzara che mi ronza zona
orecchio sinistro, o forse per il passaggio di un camion. Nella
normale confusione mentale di quell'ora, penso che non sia stata
nessuna delle due la causa, quanto piuttosto la solita crudele
invenzione di quella parte nemica del mio cervello, che ha deciso
l'ora del mio risveglio senza guardare il calendario. E mentre apro
gli occhi e scorgo il bellissimo profilo di mia figlia che dorme
beata, un pensiero a dir poco inopportuno mi si presenta come il
peggiore dei comici d'avanspettacolo di inizi novecento: tra circa
dieci anni avrai 60 anni.
Provo una sensazione come di
smarrimento. Il mio corpo perde materialità e posso effettuare
viaggi nel tempo. Sono già lì sessantenne. Io, ancora in forma ma
il viso come un lenzuolo appena stropicciato. In questa domenica
afosa di fine giugno, mi rendo conto che non solo il tempo delle mele
è passato, ma anche quello di ogni frutto. Mi resteranno solo le
bucce nel piatto da lavare?
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