Un nuovo racconto

Io mi salverò

Ada viveva da sola con il suo gatto. Quindi Ada non era sola, aveva un gatto. Ma il suo gatto non parlava, non raccontava barzellette, non l'accompagnava al supermercato, né vedeva film con lei ridendo delle battute o soffiandosi il naso nelle scene più tristi.
Ada non era bella, rispetto a ciò che la società considerava bello. Ada era normale ed era sola.
Ada non era più giovane, lo diceva la sua carta d'identità. Lo raccontavano i suoi occhi, le sue mani e le rughe intorno alla bocca. Lo testimoniava anche il fatto che ridere era diventata un'attività insolita.
Ada aveva tante amiche e non le aveva. Nel senso che quando più aveva bisogno di loro, le incombenze quotidiane impedivano di chiacchiarare davanti a un caffé.
Se avesse potuto descrivere il suo piccolo mondo lo avrebbe definito così: una folle folla di individui soli.
Ma Ada era religiosa. Se Dio aveva deciso quella vita per lei era giusto che fosse così. Pregava tanto perché Lui potesse darle quel calore che le mancava. Purtroppo, nonostante la sua incrollabile fede, l'aria intorno a lei sembrava vuota. Le sue braccia, le sue spalle, le sue gambe avvertivano la vuotezza dello spazio intorno a lei. Ed era una sensazione terribile.
Camminare in giro per il centro, soprattutto nel weekend, era diventata una tortura. Notava solo coppie giovani e meno giovani che si tenevano la mano, le braccia intorno alle spalle, o si limitavano a camminarsi accanto. Si chiedeva perché a lei quella normalità era negata. Guardava il suo riflesso nelle vetrine dei negozi. Non era affatto brutta, anzi, gli uomini spesso si giravano per guardarla. Tuttavia dal guardare al mostrare un serio interesse sembrava ci fosse un solco invalicabile. E poi si sa che gli uomini guardano per guardare, non vedono, fanno scivolare gli occhi sulla superficie di un volto, di un corpo.
Una sera di dicembre nella quale in TV non c'era proprio nulla di bello da vedere, Ada decise dare uno sguardo alla chat a cui si era iscritta un paio di settimane prima. Non aveva intenzione di incontrare nessuno a dire il vero, desiderava soltanto chiacchierare. Più che raccontare di sé, voleva sentire la presenza di un'altra vita, anche se invisibile, nel freddo della sua camera.
Lesse alcuni messaggi, osservò alcune foto. Ritornò solo su un messaggio. Le sembrò carino, diverso dal solito: «Ti va un gelato stasera?»

 (continua)

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