COME
STERMINARE LA PROPRIA FAMIGLIA NELLA SERA DI NATALE E PARTIRE SERENI
PER LE BAHAMAS
Parte
dodicesima
E'
il 23 dicembre, per me l'inizio della fine. Mia madre ha la
permanente a spilli, ovvero, i capelli sembrano come quelli dei
fumetti anni 70, ricci, ma con strane punte elettrizzate. Definirla
agitatissima rende poco l'idea. Temo che se le rivlogessi la parola
potrebbe scaricarmi addosso il quantitativo elettrico di un fulmine.
Quindi, paziente attenderò istruzioni. Non termino nemmeno di
pensarlo che mi aggredisce psicologicamente:
«C'è
da andare a prendere il vino in enoteca, vai con la macchina. Poi la
frutta candita per la cassata e lo zucchero e le mandorle in
drogheria. Alle verdure ci penso io. Vai al supermercato prendi olio
per friggere, aceto, tre cavolfiori, quattro panettoni farciti
diversamente, fai tu. Alla pasta ci penso io. Spumante...mmm, prendi
5 bottiglie, fai tu la marca tanto sono tutti uguali. Mi raccomando
niente Brut che non lo beve nessuno e mi tocca darlo al gatto...Mi
raccomando noci, noccioline, mandorle, castagne, fichi normali e
ricoperti di cioccolato, e i datteri! Assolutamente non possono
mancare. Tutti in quantità industriali! Poi vai da Martone e prendi
tovaglioli rossi, sottobicchieri rossi e piatti di
plastica...Uff...ora vaiiiiiii! Tieni il cellulare acceso perché di
sicuro mi sono dimenticata qualcosa...»
«Il
caffé?»
«Dioooo
Santoooo, grazie figlia mia!» e mi bacia in fronte. Arretro di un
passo per paura di questo strano essere che mi sta parlando e che a
volte pretende di essere chiamata madre.
«Prendine
3 chili, metà decaffeinato, la marca fai tu, tanto sono tutti
uguali!»
Sono
felice che mi dia un po' di fiducia negli acquisti con quel: ''fai
tu''. Ha finito, ma io la guardo con aria interrogativa. Anche lei mi
guarda con aria interrogativa, ma solo perché si sta chiedendo
perché io la stia guardando con aria interrogativa. Potremmo restare
così per tutta la Vigilia e Natale e davvero non chiederei di meglio
sapendo ciò che mi attende, invece le si accende la lampadina in
quella mente diabolica, schiocca le dita e tira fuori in un nano
secondo la carta di credito.
Così
con aria da condannato mi precipito nella follia pura degli acquisti
per pranzi, cene e regali, io che considero i supermercati e i centri
commerciali come l'anticamera per le malattie mentali della terza
età. Mi sono sempre chiesta ma che senso ha? Chi è ricco, certo,
può anche buttare mille euro in cibanza varia, regali inutili, ma
noi CEM ( Comuni Esseri Mortali ), proletari e sottoproletari, medio
e piccoli borghesi, dove sta scritto che dobbiamo spendere la
tredicesima tra tasse, cibo e beni inutili? Una volta sola, giuro una
volta solo ho provato a dirlo a mia madre. In tutta risposta mi ha
guardato come se avessi bestemmiato l'intero calendario. Tutto si può
cambiare, tranne le tradizioni, sebbene siano fuori ogni possibile
spiegazione razionale.
Avevo
deciso di tornare a casa per sfruttare economicamente i miei
genitori, ebbene c'era un prezzo da pagare: la schiavitù
psicologica. Ed io ero pronta a farlo. Questo sì che è coraggio!
Cari Rambo e Brave heart, mi fate un baffo! Provate voi a combattere
contro i sensi di colpa impiantati nelle ossa sin da tenera età!
La
mia Pandina rossa è stracarica di pacchi, sembro una calabrese di
ritorno dal sud. Invece il mio portafoglio è vuoto perchè ad ogni
sosta ho dovuto pagare i vari parcheggiatori abusivi e siccome siamo
nelle festività, 3 euro sono la quota fissa. Loro sì che andranno
in vacanza a Cuba! Con i loro panzoni e la dentatura alternata,
faranno un figurone sulle bianche spiagge oceaniche!
Arrivo
a casa e mi dirigo subito in cucina dove il nonno sta giocando ad un
solitario.
Sul
gas il ragù bolle con lo stesso ritmo di un esperimento scientifico.
Sistemo
le borse sul tavolo e comincio a a mettere a posto tutte quelle cose
che nella mia mente malata vedo trasformarsi ben presto in rifiuti.
Ed è lì che li vedo, proprio sul tavolo della cucina, una rivista,
un articolo, una foto, un titolo:
''Stufi
del solito Natale? Venite alle Bahamas, il paradiso in terra!'' e
sotto alcune foto da sogno di quelle spiagge bianche, di quel mare
trasparente e le passarelle in legno con le capanne e i delfini e i
cocktail sotto le palme. Vero, quello era il paradiso e io volevo
andarci, subito, all'istante, mollare la cibanza grassica, indossare
bermuda, maglietta e sandali, uno zainetto, occhiali da sole, crema
solare, cappellino e viaaaaa, primo aereo per un isolotto qualsiasi!
Dormo pure in spiaggia, no problem!
La
voce di mio padre invece mi riporta all'stante nel mio mondo: quello
dei morti viventi.
''Sbrigati
a mettere a posto, che è ora di pranzo!''.
Puff!
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