Capitolo 7

Alla fine del cosidetto ''Borgo di Sant'Antonio si ergeva una Parrocchia che un tempo doveva essere stata molto bella ma che l'incuria e i danni del tempo avevano reso grigia, con crepe nel muro, cornici che perdevano intonaco, affreschi dove i volti si erano oscurati o semicancellati, colori incerti, le candele votive, talvolta oblique come tante torri di Pisa, poste su ferri neri che un tempo dovevano esser stati verdi.
L'intera struttura era protetta da mura alte circa due metri e da una cancellata centrale prima dell'imponente scalinata che portava alle tre arcate all'ingresso.
La Chiesa di Sant'Antonio Abate era la tra le più affollate del quartiere. La domenica occorreva anticiparsi di almeno un quarto d'ora prima della Santa Messa se si voleva trovare posto a sedere.
D'altro canto, il parroco Padre Stefano era molto amato sia per la sua generosità sia per il suo senso dell'umorismo che allietava le lunghe prediche.
Purtroppo davanti a quel luogo di preghiera solevano radunarsi a sera un gruppetto di loschi individui, una sorta di scugnizzi moderni che dai loro antenati furbetti e sfacciati avevano ereditato solo la tendenza a delinquere. Nessuna coppola sgualcita, abiti poveri ma puliti e l'aria di chi costantemente cerca rogne. Se passava un vecchietto lo apostrofavano: ''O' no'! O' nooo''' e quando il poveretto si girava fingevano di chiamare qualcun'altro che in realtà non esisteva mettendosi la mano a coppa accanto alla bocca per amplificare il suono e in coro urlavano: '' Onofrio!'', poi ridevano fino a piegarsi, mentre l'anziano come se nulla fosse tornava ai suoi passi lenti e incerti.
Se invece passava una bella ragazza si sentivano in dovere di emettere un suono che era l'esatto opposto del fischio, un rumoroso risucchio d'aria che voleva esprimere la loro emozione nell'ammirarla. «E quanto si bona» «Maronna mia te pigliasse a muorze» «Bellissima, vuoi uscire con me?» «M'a dai na coscia?» Una serie di complimenti secondo loro, una serie di volgarità per qualsiasi ragazza per bene che si trovasse ad essere apostrofata in quel modo.
Un pomeriggio tardi di quel novembre 1980 si trovò a passare Francesco.

(Tratto da: Oltre il Vesuvio)



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