COME STERMINARE LA PROPRIA FAMIGLIA NELLA SERA DI NATALE E PARTIRE SERENI PER LE BAHAMAS
parte 6



Luisa e Barbara mi attendevano al bar, al solito posticino vicino alla vetrata che dava sul passeggio di piazza Dante. Barbara era impeccabile nel suo completo blu, il trucco semplice ma preciso, i capelli biondi che sembravano appena usciti dalle mani esperte di una parrucchiera. A volte pensavo che non dormisse nel letto come noi comuni mortali, ma in piedi, tenuta su da corde, in modo da non guastare la capigliatura. O forse era un vampiro. Dopo aver divorato tutte le serie tv di vampiri possibili e immaginabili, ero arrivata al punto di sospettare di vampirismo chiunque avesse qualcosa di strano o di anomalo: praticamente tutte le persone che conoscevo. Luisa, invece, era più sempliciotta, più casual, più: mi metto addosso quello che trovo e i capelli li tengo su con una bella coda. Era in costante sovrappeso dal liceo, ma non se n'era mai fatta un problema. Al contrario Barbara era attentissima alla linea. Era arrivata al punto di dirci esattamente le calorie di ogni cosa che mangiavamo. Dopo un pranzo con lei, erano d'obbligo degli ansiolitici.
-E così l'ho mollato!- aveva concluso Barbara con un sorriso. La conoscevamo troppo bene per sapere che in realtà stava soffrendo tantissimo ma stavamo al gioco, era meglio.
-Hai fatto bene!- disse Luisa mentre addentava un hamburger doppio farcito con ogni possibile prodotto commestibile. -Meglio non prolungare con 'sti stronzi! Scusate il francesismo!-
-Comincio a pensare che sia un'epidemia.- aggiunsi.
-Ma no è che ci stiamo facendo vecchie e di conseguenza abbiamo sempre meno pazienza.- osservò Barbara.
-Vero.- dissi mentre addentavo un hamburger medio. Barbara mi osservava. Troppo, direi. -Perché non mangi?- Le dissi sperando di sviare la sua attenzione lontano da me. Barbara prese a rimestare la sua zuppa vegetale. Forse non piaceva nemmeno a lei, tuttavia erano solo 158 calorie.
-Resteremo single?- sospirò.
-Credo di sì!- risposi secca.
-Nooo!- gemette Luisa. - Io mi voglio sposare, avere almeno tre figli!
-Allora fatti un giro a via Roma, il primo che trovi ti dichiari e vai! Poi ci stanno tanti marocchini, quelli non hanno pretese di nessun tipo!
-Ma piantala Ely!- rise.
Ely era il mio diminutivo. A Napoli quasi nessuno viene chiamato con il suo nome per intero, così Aurelia era diventato Ely, Barbara Barbie e Luisa Lisa. Ci faceva sentire più amiche.
-Cara Lisa, occorre essere sincere con noi stesse: abbiamo 35 anni e i nostri coetanei sono per lo più da scasso, quando non sono ancora a casa con mammà. Quelli più giovani, poi non ne parliamo, a meno che non abbiamo ancora voglia di fare le 4.00 in disco ogni weekend...-
-Uh mamm' e' do' carmn!1, ma io nemmeno quando avevo 17 anni!- Disse alzando la mano per chiamare la cameriera. -Quel tunz-tunz-tunz una continuazione per ore e ore... No, no! Scusi! Mi porta la carta dei dolci?-
Barbara era sbiancata. Fu più forte di lei: -Scusa, Lisa, non è per farmi i fatti tuoi, ma sai che ti voglio bene e tanto pure. Te lo dico come a una sorella, ma sei già a 1200 calorie circa, se ora aggiungi il dolce, ancora ancora se è una crostata, una fetta saranno sulle 600 calorie, ma se prendi già un profiterole, tra crema, panna e cioccolata, superiamo le mille calorie, per non parlare della percentuale di grassi animali...-
-E tu lo sai Barbie che anche io ti voglio tanto bene, per questo non ti mando affa...- ridemmo. Barbie sbuffò e riprese a mangiare la sua zuppa che doveva essere ormai sotto zero, mentre io passai al caffè e Lisa, imperterrita, fece fuori un'abbondante fetta di torta alle mele. Non aveva avuto il coraggio di chiedere il profiterole, sarebbe stato come sfidare la sua amica dietista per hobby e non era il caso.
Parlammo poi di lavoro. Girava voce di prossimi licenziamenti, ne eravamo terrorizzate. Lavoravamo in quel call center da 6 anni. Io ero stata la prima, che aveva aperto il varco per far assumere anche loro due garantendone la presenza anche in caso di gravi malattie.
In quel periodo Lisa non lavorava da almeno tre anni, però aveva le spalle coperte dal negozio di articoli sportivi di suo padre. In caso di necessità, andava a dare una mano lì, ma siccome non andava d'accordo con la sorella, per usare un eufemismo visto che non si ammazzavano solo per timore della galera, aveva preferito fare la schiava nel call center, con turni assurdi e una paga da immigrato.
Barbara invece, aveva fatto l'errore di andare all'estero per poi tornare. Le mancava la famiglia. Solo che il prezzo da pagare per ricongiungersi ai suoi, era stato quello di ignorare il suo dottorato in biologia marina che le era costato anni di sacrifici. A Napoli purtroppo non servono biologi marini. Non è mica una città di mare?
Anche io non ero da meno in quanto a sfortuna. Avrebbero dovuto inventarsi qualcosa per intrattenermi dopo la laurea e il dottorato, poiché per il mondo del lavoro in zona partenopea, io non avevo alcun titolo valido se non per l'insegnamento, ma anche in questo campo si erano ben organizzati per tenermici fuori.
-E i tuoi parenti quando arrivano?- chiese all'improvviso Barbie. Il caffè mi andò di traverso.
-Non hai ancora letto la lista?- scherzò.
-Se conosci mia madre saprai bene che la lista è un segreto fino alla Vigilia, quindi, non chiedo. Dovrebbero esserci i soliti più forse mia cugina da Milano.
-Jessica?-
-Ebbene sì!- esclamai con rammarico.
-Bene, vai a fare compere da Prada per non sfigurare, mi raccomando!
-Ridi, ridi!
-E il nonno come sta?
-Benissimo, come sempre! Ha superato l'ennesima bronchite e ora gode di una salute di ferro!
Mio nonno materno Flavio aveva 94 anni. Era il motivo per cui la mia famiglia manteneva ancora buoni rapporti e ci teneva a passare il Natale da noi, visto che il nonno viveva con noi. Era ricco, ricchissimo, ma più spilorcio di Paperon dei Paperoni. Finché non fosse passato ad altra vita, non avremmo ereditato un centesimo. Così da un po' di anni a questa parte, pensavamo o forse speravamo che quello poteva essere l'ultimo Natale insieme al nonno e puntualmente ci sbagliavamo.
Ma vi parlerò di lui dettagliatamente nel prossimo capitolo! A presto cari lettori!

(continua)


1Espressione dialettale che rappresenta un'invocazione alla Madonna del Carmine, quando ci si trova dinanzi a una situazione assurda. Traducibile in: “Uh, per carità!”




Commenti

  1. Ma del nonno, quando ci racconti :)

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    1. Lo sto scrivendo ma, causa emicrania da qualche giorno, vado a rilento. È il personaggio centrale, in un certo senso. Merita un po' più di elaborazione. :)

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