COME STERMINARE LA PROPRIA FAMIGLIA NELLA SERA DI NATALE E PARTIRE SERENI PER LE BAHAMAS
(parte 4)
In
cucina mia madre mi lanciò uno sguardo di rimprovero: il latte alle
11 e mezza di mattina, ma nemmeno il nonno!
Feci
finta di nulla e andai a sedermi, preoccupandomi solo di scegliere i
biscotti giusti.
Da
circa un anno e mezzo a questa parte avevo realizzato il grande passo
verso la saggezza. Dopo mesi di yoga, pilates e altre stregonerie dai
nomi pseudo orientali o pseudo inglesi per superare quello stato di
depressione che non aveva alcuna causa latente nella mia infanzia,
bensì in quel presente fascinoso come una scatarrata su un
marciapiede; dicevo dopo aver prosciugato i miei pochi risparmi in
diete vegetariane a base di minestroni e tisane costose più dell'oro
(e aggiungo che per distrarmi dalla fame mi fiondavo per ore nei
centri commerciali dove, come il più spietato degli vichinghi,
facevo razzia possibilmente di beni inutili ); dopo aver letto tutti
i libri dei più famosi guru: Osho, Gandhi e Jovanotti; e dopo aver
viaggiato in posti esotici che cementificati fino all'inverosimile di
esotico avevano forse solo la striscia di spiaggia e le poche palme
rimaste; dopo tutto ciò ed altro, una sera mi ero rinchiusa in casa
e avevo sgolato una bottiglia di rosso frizzantino. Il giorno dopo, mentre
giocavo la mia personale partita a ping pong tra il mal di testa e la nausea,
mi era finalmente arrivata l'illuminazione.
Il
Pokemon che era in me si era evoluto.
Il
Goku che era in me si era sdoppiato in Super Saiyan di 4 generazione.
O
forse ero solo l'effetto del vino che a detta del nonno, era la
medicina migliore per ogni male.
Comunque
fosse, ce l'avevo fatta. Avevo finalmente trovato la via della
salvezza: immergermi fino ai capelli nella più totale e inesauribile
cazzimma1!
Ora,
tengo a precisare che chi è napoletano sa che un sinonimo in
italiano unico per questa parola non esiste, perché può avere
diversi significati e di certo nessuno positivo. Si va dalla furbizia
alla cattiveria gratuita.
Il
significato che gli attribuivo io, invece, era quello di fregarmene
altamente di tutto e di tutti e di sfruttare i miei genitori come
risarcimento morale per tutte le paure inculcate, per tutta
l'ignoranza spacciata per tradizione orale, per tutte le rinunce
inutili. Abbasso l'orgoglio: si torna a casa da mammà!
E
così avevo riportato le mie cose nella mia casa natia, approfittando
del fatto che anche Martina mia sorella si fosse sposata, giusto due
anni dopo Roberto. Adesso c'era una stanza tutta per me, come per la
cara Virginia...ma non avevo nessuna intenzione di fare la sua fine.
Se Virginia Woolf fosse stata napoletana, hehehe col cavolo che si
ammazzava! Avrebbe di certo conosciuto il significato della parola
cazzimma e sarebbe sopravvissuta a quelle bestie che non riuscivano a
renderla felice.
-Poi
a tavola non mangi.- sbottò ad un certo punto mia madre mentre puliva la cappa, talmente pulita e lucida da riflettere il balcone della signora di fronte.
-Ma'
ti ho detto che non pranzo a casa oggi.
-Ah
no?
-No.
-E
dove vai?
-Esco
con Luisa e Barbara, sai che iniziamo a lavorare alle due.
La
risposta di mia madre fu un abbassare gli angoli delle labbra come a
dire: "mah! Fa' come te pare."
-E
a che ore finisci?
-Alle
sei, come sempre.
-Eh
scusa tanto, sono vecchia che vuoi fa'. Le cose me le devi ripetere
che me le dimentico!
-Non
sei vecchia ma'!- Sorrisi e andai ad abbracciarla.
(
continua )
La cazzimma è innanzitutto la 'furbizia
opportunistica', e colui che tiene la cazzimma è
propriamente un individuo furbo, scaltro, sicuro di sé, è il
dritto che sa cavarsela, anche se ciò comporta scavalcare gli
altri. Ma il termine copre uno spettro di significati o, per
meglio dire, di atteggiamenti ben più ampio. La cazzimma
può infatti indicare anche semplicemente la 'cattiveria
gratuita'. - Da “Accademia della Crusca”.
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