Elena Ferrante tetralogia
L'amica geniale
Storia del nuovo cognome
Storia di chi fugge e di chi resta
Storia della bambina perduta



Come recensire la tetralogia di Elena Ferrante omettendo particolari sulla trama degna dei migliori romanzi dell'ottocento?

Ci provo.
Inizio con il parlare di Lila Cerullo, lei, la vera amica geniale, lei che da bambina impara a leggere da sola, lei che iscrive tutta la famiglia in biblioteca per poter usufruire di più libri possibile, lei che riesce in tutto ciò che desidera, che sa manovrare le persone, che attrae ogni uomo che incontra, che senza sforzo apparente gestisce, fa e disfa. Un personaggio di cui certamente si riempiranno i libri di critica letteraria, perché alla fine resta un grande mistero. Lo stesso titolo del primo libro della tetralogia, "l'Amica geniale" è ambiguo, poiché mentre nel romanzo è Lila a definire così la sua amica Elena Greco, spingendola più volte a seguire il suo sogno di diventare scrittrice, si scopre che la vera "amica geniale" è proprio Lila, mentre Elena è brava e riesce a diventare scrittrice solo perché continua gli studi, si trasferisce a Pisa e sposa un giovane di ricca famiglia e ben inserito nell'ambiente universitario ed editoriale.
La genialità di Lila si scontra con un ambiente familiare egoista, con l'ignoranza, con la miseria, ma anche con la sua istintività e il suo inconscio desiderio di primeggiare sull'amica, di dimostrarle di essere migliore anche se non studierà, anche se non lascerà Napoli, anche se non diventerà scrittrice.
E il finale de: "La bambina perduta", ultimo romanzo della serie, aumenterà i dubbi su questo straordinario personaggio: un misto di generosità e perfidia, di amore e gelosia, di ambizione e presunzione. L'errore letale che commetterà Lila, sarà quello di sopravvalutare il suo fascino, la sua intelligenza e di sottovalutare la crudeltà dei Solara, fratelli che gestiscono in parte l'economia del quartiere con metodi cammorristi.
Alla fine sembra che la vita di Lila sia stata una vita sprecata, invece a una lettura più attenta, lei ha avuto proprio la vita che desiderava. In un contesto chiuso e incapace di progredire come quello del suo "rione" (termine partenopeo per indicare in generale un quartiere) lei si costruisce un nome, le scarpe che inventa da bambina diventano un marchio, il negozio di cui si occupa diventa uno dei più rinomati di Napoli, nel suo "rione" gode del rispetto e dell'ammirazione di molti.
Tuttavia per quanto concerne gli affetti, la vita di Lila è un susseguirsi di delusioni, fino a sfociare nella tragedia. E qui non voglio anticipare nulla per non togliere il gusto della lettura a chi non avesse ancora letto questi quattro romanzi.
E. Capasso

Commenti

Post popolari in questo blog