Storia dei miei capelli
Ricordo 6
Sono nell'aula Magna dell'ITC Antonio Serra a Napoli dove si sono dei provini per un corso per aspiranti attori. Non ricordo come sono vestita, ma di certo ho messo un foulard per coprire la parte davanti dei miei capelli, quella ribelle, quella un po' sfolta, quella arida, secca, stepposa impossibile da pettinare. Questo mi dà sicurezza abbastanza per scendere dal mio posto, superare le file di studenti e cantare per un minuto circa: ''I just can't stop loving you'' di Michael Jackson. Non ricordo di aver avuto molta paura nell'esibizione forse perché non mi interessa a dire il vero questo corso. Sono qui per due motivi: uno, ho voglia di cantare in pubblico; due, per l'insistenza della mia professoressa di inglese. Parte l'applauso. Scorgo qualche volto sorpreso, qualcuno dice: ''che voce!" Intanto io penso che sono l'unica ad avere un foulard in testa, ma senza non credo che l'avrei fatto il provino.
Qualche giorno dopo mi arriva la notizia che mi hanno presa. Sono incredula!
Comincio il corso a via Caracciolo in un palazzo antico di quelli belli che forse non ci entrerai mai nella tua vita. All'inizio sono entusiasta. Mi fanno i complimenti per come leggo, sembro una giornalista, mi dicono.
Siamo in due le più brave, ma lei...lei ha qualcosa in più: lei è perfetta. Alta, biondina riccia, corpo senza un filo di grasso, veste già come un'attrice, la maglietta e i leggins neri. Non sbaglia nulla e per di più sembra fare tutto con naturalezza mentre io devo auto anestetizzare l'ansia ogni minuto.
Lei fa parte di quelle ragazze che sembrano camminare su nuvole di panna. Io invece rotolo su cumuli di schegge di vetro. Lei non ha paura, lei ce la farà, diventerà un'attrice. Io per quanto tempo ancora potrò nascondermi sotto un foulard?
Cosi accade qualcosa. Comincio a mollare, a perdere interesse. Non mi sento a mio agio. Voglio cantare non voglio fare l'attrice. Lascio il corso trovando come scusa l'impossibilità di conciliare lo studio scolastico con le lezioni di teatro. La mia prof di inglese resta delusa. Sostiene che vale la pena di terminare questo corso, cerca di convincermi a non mollare. Mia madre invece non dice nulla ma so che ne è felice. Per lei teatro e la musica sono un covo di brutta gente.
E' il 1987. Torno alla mia vita monotona con un solo grande desiderio: scappare via.
(continua)

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