Storia dei miei capelli
ricordo 9

Siamo a pranzo da mio zio Vittorio che ha da poco acquistato un appartamento alla periferia di Napoli, un piano terra con giardino e avendo lo spazio necessario, ha invitato sua sorella mia madre, e suo fratello Enzo con le rispettive famiglie.
Io mi presento con una parrucca nera, taglio fine anni 80, molto cotonata. Ci ho messo giorni per decidermi a comprarla, per non parlare dell'indossarla. Dover superare l'ostacolo dello sguardo misto tra curiosità e incomprensione di ogni conoscente mi terrorizza. Le persone a Napoli sono tanto buone quanto impiccione, di ogni cosa devono sapere. Insomma, dovrei spiegare a ciascuno cosa ci faccio con una parrucca in testa, che non è nemmeno una delle migliori e ancora una volta mi manca il sostegno più importante: quello di mia madre e di mio padre. Ho sempre vissuto questo problema da sola, come se fosse una mia invenzione. Quindi, devo affrontare la cosa da sola.
Le mie cugine mi accolgono sgranando gli occhi, ma in un primo momento non dicono nulla. Poi, una esplode in un: ''come ti sei pettinata bene! Sembri Tina Turner!'' e l'altra cugina "ma dai lo sanno tutti che Tina Turner porta la parrucca!".
Questo è tutto ciò che ricordo, sul resto cala la nebbia.
Inutile dire che lo prendo come uno sfottò, una sconfitta e la parrucca finisce nel cestino. Se mi prendono in giro le mie cugine, come potrò affrontare gli estranei? A Napoli, poi, dove quando mi vesto di nero e anfibi talvolta mi urlano dietro: "Ma dove devi andare a fare la guerra?" "Ma ti è morto qualcuno?" Mentre io scuoto la testa. A certe persone è meglio non rispondere, non sai mai come può andare a finire.
Sono consapevole da tempo che il mio quartiere non si può definire un centro culturale d'avanguardia! E' gente che si sposta ogni giorno con i paraocchi dei cavalli e il freno a mano tirato. Il loro calendario cambia le date, ma come per magia non va avanti.
Ho invece un bellissimo ricordo di mio zio Vittorio morto poco tempo dopo quell'episodio con le mie cugine, a soli 52 anni. Un giorno mi dice sorridendomi: ''Se perderai tutti i capelli, pazienza, ti metti un foulard e vai avanti.!
Non so perché ma sono certa che prova per me un sentimento quasi paterno. Le sue parole, dette con semplicità e dolcezza mi danno un gran coraggio, sento di avere finalmente sostegno da qualcuno. Purtroppo mio zio se ne andrà di lì a poco a causa di un terribile male. E io perderò una persona speciale.
Fossi più matura, fossi più pronta, fossi più forte! Invece il quartiere dove vivo ha un'anima propria che mi sovrasta, mi possiede, determina le mie azioni, sono sottoposta alle sue assurde leggi.
Torno a nascondermi in casa, tra i miei libri e la mia musica. Anche quella di Tina Turner, per me il simbolo della donna che vorrei essere. Ma poi penso: dietro quella capigliatura da leonessa, dietro quell'immagine forte e aggressiva, quanta dolcezza, dolore e fragilità si nascondono?
(continua)

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