Storia dei miei capelli

ricordo 8

Prima di partire per l'Inghilterra, c'è stato un episodio non da poco, che però io ho archiviato in pochissimo.
Dovete sapere che a Napoli negli anni ottanta, ci si fidanza seriamente dai 14 anni in su. Siccome io nel 1987 ho 17 anni, sono circa 3 anni che le conoscenti di mia madre le chiedono (invece di farsi i cavolacci propri) se sono fidanzata e mia madre puntualmente risponde che devo pensare a studiare, come se le due cose fossero inconciliabili. Io ormai sto prendendo le distanze dal ''popolarismo arcaico'' del mio quartiere e rido sotto i baffi. Poi un bel giorno una conoscente di mia madre, poverina in cura per un tumore al seno, mi chiede di accompagnarla in ospedale per una seduta di chemio. Io non sospetto nulla, anzi devo dire che ci metterò un bel po' per avanzare la tesi del complotto, intanto mi reco con lei un pomeriggio e una volta rientrate in auto mi ritrovo un biglietto con un numero di telefono e il nome del tecnico che le aveva fatto i raggi. Ho notato il tipo, caruccio, molto magro e gentilissimo, che mi guarda con interesse, ma non avrei mai immaginato che avesse avuto il tempo di elaborare il tutto e lasciarmi il numero di telefono in auto, la sua auto, ora faccio fatica a ricordare cosa accadde esattamente quel giorno, ma credo che si sia offerto di accompagnarci in stazione. Insomma, io candida come la neve, prendo una penna e gli scrivo accanto il mio numero. Lascio che sia lui a chiamare e così avviene. La trappola delle due signore che hanno deciso che ormai io sia in età da fidanzato è scattata.
Devo dire che lui non mi dispiace. Ha su di me lo stesso effetto di Prince in When doves cry, il bruttino sensuale che attizza, eccita, smuove le famose farfalle nello stomaco. Fisicamente in qualche modo me lo ricorda, ma rispetto all'eleganza e al genio musicale di Minneapolis questo tecnico di laboratorio non mi dice nulla. Ha ben 7 anni più di me, che mi sembrano un'eternità e soprattutto quando accetto di uscire con lui (per noia) e mi ritrovo le sue mani sotto la camicetta a tastarmi i seni, devo ammettere che mi dà molto fastidio. Lui mi dice: ''se non ti va dillo''. Io sono imbarazzatissima. In realtà vorrei farlo così finisce sta storia della verginità, eppure davvero non ce la faccio...è troppo, il modo, il luogo, la sua auto...che tristezza! Scuoto la testa e mi faccio piccola piccola. Mette in moto l'auto e mi riporta a casa. Non servo più.
Le due care donne si sono mostrate più ingenue di me. Hanno pensato che il tipo è un bravo ragazzo solo perché ha un lavoro a tempo indeterminato e una certa età (allora a 24 anni ci si sposava pure), invece è un porco che ci ha subito provato e con una minorenne...Di questo particolare non dico nulla a mia madre. Parto per l'Inghilterra e quando torno e lui mi viene a prendere all'aeroporto mi dice: ''ti vedo diversa, sei cambiata'' io semplicemente gli rispondo che non provo nulla e che non ho intenzione di rivederlo. Sparisce in un puff come nei fumetti.
Ma l'effetto Prince c'è stato e finalmente mi sento pronta per fare qualche passo avanti con i ragazzi, cercando di superare il solito complesso per i miei capelli che adesso nascondo con una fascia. Mi sento più sicura di me, ma questo non basterà perché la gabbia di casa mia è lì che mi aspetta, con tanto di ciotola e cuccia.
(continua)

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